NICCOLÒ JOMMELLI (Aversa 1714-Napoli 1774)

Riconosciuto dalla critica tardo-settecentesca come uno dei massimi compositori del secolo ed apprezzato per un costante spirito innovativo, si formò a Napoli dove fu allievo di Leo, Feo, Prato e Marchini. A ventitré anni scrisse la sua prima opera, L’errore amoroso. La sua fama cominciò a diffondersi ovunque e, come tanti compositori della Scuola Napoletana del Settecento, fu chiamato in molte corti italiane ed europee: Roma, Bologna, Venezia, Vienna (dove conobbe il grande poeta Metastasio e dove fu insegnante dell’Imperatrice Maria Teresa), Lisbona (dove nel 1771 scrisse Le avventure di Cleomede), Stoccarda. Nel 1770 debutta al Teatro di San Carlo la sua opera nuova, l’Armida abbandonata, al cospetto, tra gli altri, di Mozart. Ci restano di lui una cinquantina di opere, di cui Didone è considerata la migliore, senza contare le innumerevoli composizioni strumentali, gli oratori, le cantate, ecc. Fu negli anni di permanenza a Stoccarda che Jommelli pose le basi per una nuova drammaturgia musicale: aveva fondato una delle migliori orchestre in Europa, e fu tra i primi a sfruttare l’effetto drammatico offerto dal potenziamento della sezione dei fiati. Jommelli fu il primo a infrangere la regola di Scarlatti che usava l’aria col da capo in modo schematico, ricorrendo a cambiamenti di tempo improvvisi, a più evidenti legami tra recitativo e aria, perché la musica operistica fosse più naturale ed espressiva.